giovedì 15 dicembre 2011

TANTI AUGURI!!







Buon Natale e Felice Anno nuovo!

Tanti cari auguri a tutti i miei lettori, a chi segue il blog, a chi scoprirà il libro in futuro, a tutti quelli che mi hanno in vari modi aiutato a farlo conoscere finora. A tutti voi un caro augurio per un Natale sereno e uno strepitoso 2012!

A presto, continuate a leggermi e seguirmi! Cliccate sull'immagine per una piccola sorpresa!

Tanti auguri da Lara, Matteo e Ronja 

mercoledì 7 dicembre 2011

ACQUISTA LA FIABA SUL PARCO NAZIONALE DELLO STELVIO SETTORE TRENTINO PER RISCOPRIRLO O CONOSCERLO


Quest’estate sei stato nel Parco nazionale dello Stelvio, settore trentino? Se vuoi ricordare quell’esperienza insieme ad un bambino, o vuoi regalare ai più piccoli una fiaba che racconta alcune delle cose interessanti che si possono vedere passeggiando nel Parco in val di Rabbi e val di Peio, acquista la fiaba di Matteo e Ronja. Si tratta di un testo scorrevole, intervallato da disegni fatti da un bambino, adatto a tutti i più piccoli. Dopo essersi smarrito Matteo conosce il folletto Ronja e insieme incontrano gli animali del Parco, osservano la natura ma anche ciò che è stato fatto dall’uomo. Per riscoprire il Parco, per chi già l’ha visitato, oppure per conoscerlo e poi visitarlo per chi non lo conosce ancora. Anche un bel regalo di Natale per i bambini. Buona lettura!

mercoledì 23 novembre 2011

AQUILE, CERVI, CAPRIOLI...GLI ANIMALI DEL LIBRO

Durante il loro viaggio, Matteo e il folletto Ronja imparano a conoscere diversi animali del parco: le abitudini della marmotta, animale che piace molto a Matteo, un cervo che parla e fa l'occhiolino al centro Runcal di Peio, dove si trovano anche i caprioli, ma anche la grande aquila che, volando alta nel cielo, saluta i due amici alla fine del loro cammino e che è il simbolo del Parco nazionale dello Stelvio.

Matteo impara a conoscere questi animali e a rispettarli, così che la piacevole avventura si trasforma, per lui, anche nella comprensione che è indispensabile tutelare l'ambiente e i suoi abitanti.

mercoledì 16 novembre 2011

LEGGI UN PASSO DELLA FIABA-CASEIFICIO SOMRABBI E CENTRO VISITE STABLET





Quando si furono stancati del gioco, Ronja propose una visita all’antico
caseificio in località Somrabbi.
“Non ci fanno più il formaggio?” domandò Matteo.
“No, adesso il caseificio, o meglio il “casèl” come si dice in dialetto, è
diventato un museo di se stesso” spiegò Ronja.
“Cosa vuoi dire?” chiese Matteo che non capiva come si potesse diventare
musei di se stessi.
“Voglio dire che è lui stesso a raccontare la sua storia” spiegò Ronja.

“Vuoi dire che è una casa che parla?” domandò Matteo.
“No Matteo, parlano gli attrezzi che racchiude, testimonianza del suo
passato”.
In un baleno furono al caseificio. Doveva essere chiuso, ma la magia di Ronja
riuscì ad aprire la porticina e i due entrarono.
“Questo caseificio turnario, cioè per la lavorazione a turni del latte, è stato
costruito nel 1858 per iniziativa di tredici privati ma poi con gli anni è stato
abbandonato. In seguito si è deciso di farne un museo” disse Ronja, mentre
Matteo si guardava in giro.
Vide la zangola, un tempo utilizzata per fare il burro, i calderoni, un grande
focolare, gli stampi per il burro, la ricotta e il formaggio. C’erano anche
pannelli e immagini che narravano come era possibile trasformare il latte in
tanti prodotti diversi e tanti altri utensili.
“Era così che si lavorava una volta” spiegò Ronja al bambino, che annuì.
Aveva capito che essere un museo di se stessi voleva dire far comprendere ai
visitatori la propria storia e che la voce del narratore era ciò che l’edificio
custodiva.
“Ora, visto che prima al Coler hai scelto la marmotta come animale, filiamo al
Centro visita “Stablét” dove potrai sapere tutto, ma proprio tutto, su questo
animale”.
“Ci sono tanti animali nel Parco?” domandò Matteo.
“Oh sì, moltissimi. Tra i mammiferi, oltre alla marmotta, i camosci, i caprioli,
i cervi, lo scoiattolo, la lepre, il tasso, la volpe, l’ermellino…è passata di qui
anche la lince” rispose Ronja “e ora seguimi, andiamo a conoscere meglio la
marmotta”.
Anche il Centro visita si aprì per magia, e Matteo, curioso, esplorò quel posto
alla ricerca di tutte le informazioni possibili sul suo animale preferito. L’aveva
sentita fischiare, certe volte, in alta montagna, e in un’occasione ne aveva
vista una. Scoprì così le sue abitudini, la sua alimentazione, quali sono i suoi

comportamenti. Certi giorni avrebbe voluto anche lui nascondersi nella tana,
come faceva la marmotta, e non farsi trovare da nessuno, soprattutto quando
non aveva voglia di andare a scuola. Com’era bello quel posto, circondato da
alberi, immerso nella natura. Avrebbe voluto non allontanarsene mai più.
Quasi gli avesse letto nel pensiero, Ronja lo esortò invece a proseguire.

martedì 8 novembre 2011

COSA VEDONO MATTEO E RONJA: IL MUSEO DELLA GUERRA A PEIO PAESE

Nei loro vagabondaggi all'interno del Parco dello Stelvio, Matteo e Ronja fanno una sosta anche a Peio paese, dove visitano il museo dedicato alla prima guerra mondiale. Se vuoi scoprirlo, ecco un breve video:

lunedì 31 ottobre 2011

PROMOZIONE SE ACQUISTI DAL 2 NOVEMBRE IL LIBRO







Novità! Se acquisti Matteo e Ronja nel Parco nazionale dello Stelvio settore trentino, come mi ha inviato il sito di Photocity dove il libro è pubblicato, ecco la novità:

 “Chiunque acquistera', dal 02.11.2011 al 31.12.2011, anche una sola copia del  libro lo ricevera' a casa senza pagare il trasporto.Offerta valida fino al 31.12.2011. Offerta valida per pagamenti in carta di credito, bonifico bancario e bollettino postale.”

Approfittate dell’offerta!

mercoledì 26 ottobre 2011

RONJA E ASTRID LINDGREN

Il nome Ronja l'ho preso da un bellissimo libro della scrittrice svedese Astrid Lindgren (la stessa di Pippi Calzelunghe e Emil) che scrisse Ronja, la figlia del brigante.

Il libro racconta come, in una compagnia di briganti, un giorno nacque una bambina cui fu imposto il nome Ronja. Il padre le raccomanda di stare attenta a tutto, a non finire nei torrenti, a non cadere dalle rocce e così via, ma Ronja si allena a non avere paura. Salta tra i ciottoli dei torrenti per imparare a non caderci dentro, si arrampica per capire dove sono gli appigli migliori, e così via. Impara a non avere paura.





Anche in questa fiaba del Parco il folletto Ronja in un certo senso insegna a Matteo a non avere paura. Lo trova piagnucolante e gli propone subito un'avventura, lo sprona a darsi una mossa anzichè piangersi addosso. Lo aiuta a capire come ci si comporta nel Parco, è una maestra che insegna senza parlare.

lunedì 17 ottobre 2011

L'ECOMUSEO PICCOLO MONDO ALPINO E LA LINUM NEL LIBRO MATTEO E RONJA NEL PARCO NAZIONALE DELLO STELVIO



Nel libro Matteo e Ronja nel Parco nazionale dello Stelvio sono citati anche l'ecomuseo Piccolo Mondo alpino della val di Peio e l'associazione di ricerca etnografica Linum (Lavorare insieme per narrare gli usi della montagna). 

Il folletto Ronja cerca di spiegare a Matteo che cosa sono queste realtà e di cosa si occupano, un accenno perchè per l'appunto Matteo è solo un bambino e inoltre si tratta di una fiaba.

Per sapere tutto su queste realtà ecco un link interessante:


 http://www.linumpeio.it/home.html
e trovate una pagina fan dell'ecomuseo su Facebook

nb: il fiore blu è della pianta del lino (Linum è lino in latino) 

GIACOMO MATTEOTTI NEL LIBRO MATTEO E RONJA NEL PARCO NAZIONALE DELLO STELVIO



Giacomo Matteotti era un uomo politico italiano, socialista, ucciso da sicari fascisti per aver denunciato dei brogli nelle elezioni del 1924. Il nonno di Matteotti era originario del paese di Comasine, in val di Peio e si fa cenno a questo politico e al suo sacrificio nel libro.

Naturalmente, essendo una fiaba per bambini, se ne fa solamente cenno, aggiungendo che proprio a Comasine è presente un Circolo che cerca di ricordarne la figura.

Ogni anno a Comasine, dove esiste ancora la casa dei nonni, viene commemorata ufficialmente la figura di Matteotti, per non dimenticare.

mercoledì 5 ottobre 2011

COSA VEDONO MATTEO E RONJA NEL PARCO NAZIONALE DELLO STELVIO-LA CHIESETTA DI PEGAIA


Dopo la val di Rabbi, Matteo e Ronja visitano la valle di Peio. Tra i vari itinerari che scoprono, verso la fine del viaggio nella “Valletta” (così viene chiamata dai locali) vedono la misteriosa chiesetta di Pegaia. 


Vi propongo un articolo scritto da me sulla chiesetta, eccolo qui:


COGOLO- È l’unica testimonianza rimasta di un antico borgo chiamato Pegaia scomparso da secoli per ragioni che tuttora rimangono ignote. La piccola chiesa dedicata a san Bartolomeo in località Pegaia a Cogolo conserva intatti i segreti di questo luogo e fu considerata un piccolo baluardo alla speranza da coloro che vissero nei tempi addietro. Il primo mistero della chiesetta è la sua origine, comunque anteriore alla distruzione del villaggio, del quale non si sa più nulla dal 1.300 circa; con il centro abitato infatti furono sepolti per sempre anche i documenti relativi alla chiesa, all’ordinamento del paese e tutto ciò che avrebbe potuto consentire di comporre un quadro più completo su Pegaia. Qualcuno fa risalire la chiesa al 1.200, opera realizzata da minatori medievali ed infatti nella zona esistevano delle miniere, per altri si trattava di una cappella di un ospizio per i viandanti che transitavano verso il Montozzo, la Sforzellina, la Forcola e il Cercen verso Rabbi. L’unico dato certo è la data di consacrazione, avvenuta il 22 agosto del 1512 da parte del vescovo Michele Jorba, suffraganeo di Trento. Altra certezza è che la chiesa fu l’unico edificio a salvarsi da una terribile tragedia che cancellò Pegaia e la sua gente dalla faccia della Terra: una circostanza resa possibile dalla sua ubicazione. Sembra infatti che il paese si trovasse di là del Noce mentre invece la chiesa era sul lato opposto e per questo venne risparmiata. Da quella strada, come spiega il parroco don Piergiorgio Malacarne, si poteva giungere fino a Peio, un passaggio scandito anche dagli affreschi raffiguranti San Cristoforo sulla chiesa dei santi Filippo e Giacomo a Cogolo, di Pegaia e di San Giorgio a Peio paese. San Cristoforo era infatti una presenza confortante per la gente di un tempo che credeva che sarebbe stata protetta per tutto il giorno se cominciava un viaggio o un’attività passando sotto il suo sguardo benevolo. Un altro mistero riguarda la fine degli abitanti del luogo: dal XIV secolo circa scompare ogni traccia del paese e non vi sono documenti che attestino una presenza nei secoli successivi. Si pensa che un incendio, una frana o un’alluvione possa aver distrutto l’insediamento, ma alcuni di quegli abitanti non sono svaniti del tutto: sono i “morti di Pegaia”, una ventina di corpi racchiusi dal muro di cinta della chiesa, sepolti proprio sotto i piedi di chi la visita, dove un crocifisso ed un’iscrizione li ricordano. Riposano lì da secoli, nella terra di un paese andato perduto. Unica testimone di quanto accadde alla popolazione è proprio la piccola, muta chiesetta. Proprio perché sopravvissuta al disastro, in seguito la chiesa fu probabilmente considerata un luogo da cui trarre speranza per il futuro, in particolare da coloro che vissero la peste del 1630. Tra i graffiti della chiesa uno recita infatti “Eremo circondati da la peste santo Roco ne guardi”, con riferimento al santo patrono degli appestati. La gente, come sostiene anche il parroco, con ogni probabilità si recava alla chiesetta di Pegaia pregando di essere risparmiata dal contagio. Oggi la chiesa è utilizzata per celebrare l’inizio dell’anno scolastico e l’idea di don Malacarne era di farne una cappella con un piccolo porticato a servizio del vicino e nuovo cimitero di Cogolo, oltre ad elettrificare la campanella, ipotesi che per il momento rimangono tali. Interessata nel corso dei secoli da rifacimenti, ampliamenti ed interventi per proteggerla dalle piene del Noce, la chiesetta di Pegaia forse custodirà per sempre i suoi segreti.


giovedì 29 settembre 2011

COSA VEDONO MATTEO E RONJA NEL PARCO NAZIONALE DELLO STELVIO SETTORE TRENTINO-SCALINATA LARICI MONUMENTALI






In val di Rabbi, in Trentino, Matteo e Ronja scoprono un itinerario suggestivo: La scalinata dei larici monumentali.

La scalinata dei larici monumentali è un percorso in val Saent che permette di scoprire molti larici antichi e soprattutto particolari per le loro forme, da "Grande Piede" con una base larga ad uno che sembra un dinosauro.

Proprio su quest'ultimo si concentra l'attenzione di Matteo, che crede, per un attimo, che i dinosauri non si siano realmente estinti, come raccontano a scuola, ma vivano in quella valle misteriosa. Sarà il folletto Ronja a spiegargli che si tratta, in realtà, del profilo di un albero.

La scalinata dei larici monumentali è un itinerario bellissimo e affascinante, ma anche impegnativo. Per vedere i vari alberi e leggere i pannelli che li illustrano serviranno alcune ore.

Matteo e Ronja riescono a vedere molte cose della valle, in poco tempo, perchè calzano scarponcini speciali che accorciano i tempi di percorrenza.

martedì 27 settembre 2011

ALESSIO E I DISEGNI DI MATTEO E RONJA NEL PARCO NAZIONALE DELLO STELVIO, SETTORE TRENTINO



Questo qui sopra è Alessio, il mio nipotino (la foto è di due anni fa, adesso è un pò più grandicello) che mi ha aiutato a realizzare il libro "Matteo e Ronja nel Parco nazionale dello Stelvio-settore trentino".

Alessio è nato nel 2002 ed ha festeggiato in questi giorni i suoi nove anni, è quindi un pò più grande di Matteo, il protagonista del libro, che frequenta la prima elementare.

In "Matteo e Ronja nel Parco nazionale dello Stelvio, settore trentino" Alessio ha curato tutti i disegni interni creando anche figure che s'ispirano a ciò che è narrato in quella parte del libro e disegnando il folletto Ronja vestita proprio come è descritta.

Uno dei disegni l'ho poi scelto per la copertina del libro, così da far comprendere subito che si tratta di una fiaba per bambini. Insomma è lui il mio "co-autore" e lo ringrazio davvero tanto.


Visitate la pagina Facebook dedicata al libro (cliccate l'icona di Facebook su questo blog per raggiungerla) per vedere i disegni di Alessio.

mercoledì 21 settembre 2011

MATTEO E RONJA SU AMBIENTE TRENTINO



Su Ambiente Trentino, sito che si occupa di tutto ciò che concerne appunto l'ambiente, la natura, il territorio in Trentino, è presente nelle "notizie in Rete" questa piccola ma significativa presentazione del libro:


Notizie in rete

Matteo e Ronja nel Parco Nazionale dello Stelvio
È uscita ed è online la fiaba per bambini “Matteo e Ronja nel Parco nazionale dello Stelvio-settore trentino” scritto dalla giornalista e scrittrice solandra Lara Zavatteri. La fiaba racconta l’incontro del piccolo Matteo con il folletto Ronja e il loro viaggio nel parco nelle valli di Peio e Rabbi, alla scoperta degli animali e i fiori che lo popolano, delle tradizioni di un tempo e molto altro ancora. I disegni sono di Alessio, nipote dell’autrice, di 9 anni. Per saperne di più sono attivi un blog e una pagina su Facebook.
vai (link esterno) »

mercoledì 14 settembre 2011

COSA VEDONO MATTEO E RONJA NEL PARCO NAZIONALE DELLO STELVIO SETTORE TRENTINO

Il viaggio nel Parco nazionale dello Stelvio 1

 Il viaggio di Matteo e Ronja nel Parco nazionale dello Stelvio, settore trentino, inizia in val di Rabbi. Tra le cose che scoprono c'è il mulino Ruatti, nel paese di Pracorno, qui sotto in un'immagine prima della fine dei lavori.


Cos'è il mulino Ruatti
Si tratta di uno dei mulini che un tempo funzionavano in val di Rabbi (ne esistevano diversi), restaurato per far comprendere il lavoro del mugnaio ma anche la sua vita quotidiana.  Esternamente si nota subito la presenza della ruota in legno, ricostruita, che insieme agli ingranaggi interni in parte recuperati (tra cui l’albero di trasmissione verticale) in parte nuovi (come le dentature) perché troppo degradati, farà muovere la macina che come un tempo macinerà la farina, grazie al precedente lavoro di recupero dell’acquedotto, distrutto dal torrente Rabbies, che porterà l’acqua al mulino. La ruota esterna è nuova perché in pratica non esisteva più nulla di quell’antica ma anche il legno a poco a poco si scurirà ricreando un aspetto invecchiato. 





Sempre esternamente è stato recuperato anche il balcone in legno sopra l’affresco e all’ultimo piano sono stati fissati dei serramenti identici a quelli del piano sottostante, anche se nuovi. All’interno, recuperati i rivestimenti delle stube, i vecchi solai in legno e anche le scale appaiono come allora. Le stanze del mugnaio sono state riviste utilizzando un intonaco che ancora una volta ha regalato un aspetto antico e sono state ridipinte delle decorazioni in conformità ad alcune tracce; a tal proposito è rimasto anche un piccolo esempio di decorazione originale






mentre all’esterno anche la denominazione del mulino è stata rifatta basandosi su leggeri segni quasi del tutto cancellati dal tempo. Tra i locali, recuperata anche la vecchia stalla con le mangiatoie mentre nelle stanze fanno bella mostra di sé stufe ad olle precedentemente smontate e ricomposte ed un focolare degli anni Quaranta del secolo scorso realizzato con olle di fornelli diversi. All’esterno è stato curato il restauro dell’affresco datato 1830 che ha ritrovato i suoi colori originari, un’immagine votiva probabilmente di un artista popolare. 


Alla prossima per sapere altre scoperte di Matteo e Ronja nella valle...

mercoledì 7 settembre 2011

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lunedì 5 settembre 2011

UN PICCOLO REGALO: ECCO COME INIZIA LA FIABA







Era una bella giornata primaverile e Matteo era rimasto indietro rispetto ai compagni, che proseguivano il loro cammino nel bosco insieme alle maestre. Si era fermato per ammirare una piccola coccinella rossa ferma su una foglia e, senza rendersene conto, si era ritrovato solo mentre la comitiva già si allontanava con il pullman.


Matteo, spaventato, iniziò subito a correre in direzione della corriera, sperando di essere visto da qualche compagno o dall’autista, ma nessuno notò la sua corsa né la sua mancanza.

“Se ne accorgeranno, devono accorgersi che non ci sono!” disse Matteo, guardandosi intorno, senza sapere che cosa fare. Erano partiti quella mattina con la scuola, cinquanta bambini in tutto, compresi quelli della sua età che frequentavano la prima elementare, per una facile escursione nel bosco in val di Rabbi e dopo il pranzo al sacco si apprestavano a tornare a casa. Lui, invece, era rimasto lì, solo, non c’era nessuno nelle vicinanze e non sapeva a chi chiedere aiuto.

Pensò che tra non moltissime ore sarebbe calata la notte e si chiese, impaurito, che cosa avrebbe potuto fare, da solo, nel bosco. E se fosse sbucato fuori un orso, o una lince? O qualche orco di quelli che sempre si leggono nelle fiabe? Che cosa poteva fare lui, che aveva solo sei anni? Sconsolato, si sedette su un masso nei pressi di un piccolo ruscello che scorreva a lato del sentiero nel bosco, si prese la testa tra le mani ed iniziò a piangere.

Non capì quanto tempo era passato da quando aveva iniziato a piangere fino a quando una voce lo fece trasalire. Subito pensò che qualche maestra si doveva essere finalmente accorta della sua assenza.

“Cosa ci fai qui, bambino?” aveva detto la voce, e Matteo subito aveva alzato il capo e con occhi arrossati aveva fissato chi gli stava davanti, convinto di ritornare con i suoi compagni.

 Invece davanti a lui stava un essere alto forse la metà di Matteo, una specie di donnina vestita di panno verde con scarponcini da montagna e una sacca di panno rossa sulle spalle. Matteo si spaventò e fece per alzarsi e fuggire, ma quell’essere misterioso lo rassicurò.

“Non aver paura, non voglio farti del male” disse “mi chiamo Ronja e sono un folletto, anzi una folletta di questi boschi. Cosa ti è capitato?”

Così Matteo raccontò a Ronja la sua disavventura, ogni tanto asciugandosi furtivamente una lacrima con il dorso della mano, e quando ebbe finito disse che desiderava tornare a casa e che forse lei poteva aiutarlo.

“Certo che posso aiutarti, Matteo. C’è tutto il pomeriggio perché i tuoi compagni e le maestre ti trovino. Ma intanto, che ne diresti di una gita in questa bella valle? Ci sono tante cose da vedere e sono sicura che potremmo divertirci un mondo. Che te ne pare?”

“Sarebbe bello, ma così nessuno sarà più capace di ritrovarmi” disse Matteo, che, pur attratto dalla gita con quell’essere magico in luoghi misteriosi sentiva dentro di sé anche la paura di essere dimenticato in quei boschi per sempre.

“Non preoccuparti Matteo, fidati di me. Ci sono tante cose da scoprire qui in val di Rabbi, sono sicura che ti divertirai. E ti prometto che torneremo in tempo” disse Ronja porgendogli un paio di scarponcini della sua misura (Matteo si chiese come potesse averli con sé) che, spiegò, aiutavano a camminare molto più velocemente.

“Ti sembrerà di volare” disse Ronja con un sorriso “allora, andiamo?”

“Sì, andiamo” disse Matteo, eccitato dall’avventura che lo attendeva. Non conosceva quell’essere misterioso che gli stava accanto, ma sentiva dentro di sé che poteva fidarsi e che tutto sarebbe andato per il meglio.

S’incamminarono per un sentiero nel bosco, e davvero quegli scarponcini parevano far volare chi li indossava, tanto che Matteo non sentiva la fatica e correva felice anche su per i ripidi costoni di roccia.


giovedì 1 settembre 2011

LA TRAMA DELLA FIABA



Matteo ha sei anni, con la scuola visita il Parco nazionale dello Stelvio ma al momento di ripartire resta indietro e non riesce a salire sul pullman che lo riporterà a casa. Sconsolato, comincia a domandarsi quali tipi di animali potranno assalirlo durante la notte, quando d'improvviso sente una voce. Da principio crede sia la maestra che lo chiama, invece vede accanto a sè un folletto vestito di verde, con una sacca rossa sulle spalle. Il folletto spiega di chiamarsi Ronja e afferma che, se Matteo lo desidera, potranno visitare il Parco nazionale dello Stelvio insieme. Matteo dimentica di essersi perduto e in un batter d'occhio infila ai piedi gli scarponcini magici che Ronja ha per lui e che servono per camminare in fretta e senza fatica. I due diventano amici e insieme scoprono il Parco prima in val di Rabbi, da dove partono, ad esempio visitano l'area ludica in località Coler e il mulino di Pracorno, poi arrivano in val di Peio, alla scoperta, tra le altre cose, dell'area faunistica Runcal, con cervi e caprioli.

Durante l'escursione inoltre Matteo impara a riconoscere i fiori e gli animali che vede e a rispettare la natura, così che tutti possano godere della sua bellezza.

Si trovano riferimenti anche all'ecomuseo Piccolo mondo alpino, all'associaizone etnografica Linum e al Circolo Matteotti, tutte realtà presenti in val di Peio. 

Alla fine del giro la maestra ritrova Matteo e con Ronja si danno appuntamento alla prossima avventura.

lunedì 22 agosto 2011

FINALMENTE E' ARRIVATO!




Finalmente è arrivato il libro di Matteo e Ronja! Una fiaba che narra ai più piccoli cos'è il Parco nazionale dello Stelvio, settore trentino, quali animali e fiori si possono vedere, quali luoghi si possono visitare per conoscere cascate, alberi secolari, mulini e molto altro nelle zone della val di Peio e della val di Rabbi. Io ho curato il testo della fiaba mentre mio nipote Alessio di 9 anni si è occupato della realizzazione dei disegni. Anche il libro stesso è a misura di bambino: i disegni come detto sono stati fatti da un bambino, sono colorati, il libro è in formato A4(come i fogli della stampante) per essere meglio sfogliato dai bambini, i numeri delle pagine sono in alto. Se volete approfondire non vi resta che cliccare su :

http://ww4.photocity.it/Vetrina/DettaglioOpera.aspx?versione=16797&formato=6684

dove si può acquistare il libro e DA SETTEMBRE LI AVRO' ANCH'IO A DISPOSIZIONE, BASTERA' FARMENE RICHESTA  A larazavatteri@gmail.com o sulla mia pagina Facebook. 

mercoledì 3 agosto 2011

martedì 31 maggio 2011

A BREVISSIMO ONLINE!

Il libro di Matteo e Ronja è alle battute finali! A brevissimo sarà infatti disponibile sul sito di Boopen, dove sarà possibile acquistarlo direttamente con carta di credito, bonifico o contrassegno. Alcune anticipazioni:

il libro è pensato per i più piccoli, è in formato A4, più facile da sfogliare con disegni colorati e  caratteri più grandi per leggere senza problemi. Inoltre le pagine sono numerate in alto, sempre per una maggiore comodità per i più piccoli.

A presto con il libro online!

Lara

mercoledì 23 febbraio 2011

Ronja


Ronja è un folletto che abita nel Parco dello Stelvio. Ne conosce tutte le caratteristiche, sa parlare con gli animali e sarà la guida speciale di Matteo quando il bambino si perde nei boschi.

Insieme viaggeranno nei luoghi più belli della val di Rabbi e val di Peio e grazie al tempo magico del bosco (e a degli scarponcini unici) impiegheranno pochissimo tempo.