“Molte cose sono rimaste di quel periodo” disse il
folletto “e si trovano in un museo a Peio paese. Ci andiamo?”
“Va bene” rispose Matteo.
A Peio paese s’intrufolarono, come al solito, all’interno
del Museo della guerra.
“Un cannone!” esclamò appena entrato Matteo “di quelli
veri!”
Si aggirò tra i cimeli del museo, scoprendo anche
l’abbigliamento dei soldati e la loro vita quotidiana, vide come cucinavano il
cibo e gli sci che utilizzavano per spostarsi sulla neve. C’erano anche gli
equipaggiamenti dell’esercito e fotografie della vita di allora. Matteo pensò
che dovevano avere ben freddo i soldati, quando combattevano lassù in alta
montagna, sommersi dalla neve. C’era anche l’immagine di un uomo con folti
baffi.
“Chi è questo?” domandò Matteo. Gli pareva di aver già
visto quel viso su qualche libro di storia che aveva a casa.
“Era l’imperatore Francesco Giuseppe d’Asburgo. Sai,
queste zone fino al termine della prima guerra mondiale facevano parte
dell’impero austro ungarico e solo con la fine del conflitto divennero parte
dell’Italia” disse Ronja, cercando in poche parole di far comprendere qual era
la situazione di allora al bambino.
“E tutte queste cose, dove sono state trovate?” domandò
Matteo, più interessato a quanto conteneva il museo.
“Sui monti qui attorno, dove si combatteva, altri oggetti
sono stati donati al museo dalla gente. Pensa che nel 2004 sono stati ritrovati
anche tre soldati austriaci” disse Ronja, sperando di non turbare il bambino.
“Davvero? Ed erano ancora vivi?” fece Matteo, che
stentava ancora a rendersi conto di quanto tempo era trascorso dalla fine della
prima guerra mondiale.
“No, non erano vivi. Si sono conservati nel ghiaccio e i
loro corpi ora riposano nel piccolo cimitero di San Rocco, che sta appena qui
sopra, su questo colle” disse Ronja indicando il posto.
“Mi sono stancato di parlare di guerra” disse Matteo
“andiamo a vedere qualche animale, per piacere”. .....
Per saperne di più sul museo:
http://www.museopejo.it/cms/index.php
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